Let Me Be On Internet è un saggio sull’obsolescenza non programmata.
Il primo Game Boy è uscito in Giappone il 21 aprile del 1989.
Una cosa che mancava, per ovvietà tecniche, era la capacità di connettersi ad internet, ricordiamo che Tim Berners-Lee in quell’anno teorizzava il funzionamento del World Wide Web.
Da lì a poco l’onda Internet si inserirà qualsiasi realtà, tra le quali quella dell’industria dei videogiochi. Al giorno d’oggi quasi tutte le console di gioco incorporano una connessione ad internet.
Non solo usufruiscono di questa connessione, ma attorno al panorama del gioco online (dai primi esperimenti con i MUD, a Ultima e al più recente Fortnite) si è andato a creare una nuovo scenario videoludico.
Un chiaro esempio sono le live-streaming, i Let’s Play, che hanno alimentato la creazione di eventi mondiali con alta risonanza mediale come gli e-Sports.
Secondo SuperData Research, nel 2017 le persone che guardano questo tipo di contenuti video sono arrivate a 665 milioni.
Let Me Be On Internet è una cartuccia che ho programmato personalmente per il Game Boy.
Questa, una volta avviata, produce una sinfonia randomica infinita sfruttando i 4 canali di suono principali del dispositivo.
L’installazione/performance consiste nel collegare questo Game Boy ad un computer per una diretta in live streaming che andrà sulla piattaforma online Twitch.
Il Game Boy continuerà la sua melodia fin tanto che le sue batteria glielo permetteranno, quasi come fosse il suo canto del cigno, e da li rimarrà nel “paradiso digitale” del cloud di un servizio di video hosting.
Sito ufficiale del progetto
Photo Credit Giovanni De Marchi